Il comune senso del pudore

Il comune senso del pudore

"...E questo è il giardino. Potete stare nudi ovunque..." Incrocio lo sguardo esterrefatto della signorina.
Ahia, ci risiamo. Anche questa settimana, una coppia "tessile" è capitata per caso alla Locanda. Succede, in alta stagione: persone che sono in cerca di un luogo accogliente dove dormire, un sabato di luglio, di bel tempo, possono rassegnarsi anche a prenotare in una struttura che non sarebbe stata la loro prima scelta.
Mi domando spesso come andrebbe in un mondo al contrario. Dove fosse normale stare nudi, e i vestiti fossero un'eccezione. 
"Ma guarda lì! Una signora con un vestito! Che vergogna!"
"Ma come si permette, di uscire di casa in maglietta?"
"Ragionier Rossi, se la trovo ancora una volta in ufficio con i calzini la licenzio in tronco per offesa al pudore!"
Come potrebbe essere uno spettacolo trasgressivo in un mondo così? Facile. Una splendida ragazza, con sguardo lascivo, appare nuda sul palcoscenico. Poi, davanti agli sguardi incantati del pubblico, pian piano, si copre.
Inizia infilando le calze autoreggenti. Poi, lentamente, indossa un paio di mutande molto sexy. Il reggiseno, ovviamente di quelli che fanno sembrare chiunque piuttosto prosperosa. Gli astanti sorridono sotto i baffi: sanno che è arrivato il momento del body... E, infine, il momento clou: un abito fasciante, lucente, brillante. Appena indossate anche le scarpe, la meravigliosa ragazza accenna a pochi passi di danza a ritmo di musica, volteggia sui tacchi e scompare dietro le quinte.
Affascinante, non vi pare? Come ci vuole poco a immaginare il mondo all'incontrario...